L’ennesimo blog, un altro blog sui cani, e proprio mentre si parla di crisi del blog. Colpisce, infatti, che proprio pochi mesi fa l’autorevole Wall Street Journal abbia deciso di chiudere ben otto dei suoi blog.
Sono passati vent’anni esatti da quando, negli Stati Uniti, cominciarono ad essere pubblicati i primi weblog, una sorta di diario personale da condividere con la comunità virtuale. Ebbero subito grande successo e si svilupparono diventando anche spazi a tema o con caratteristiche letterarie. Fino agli anni più recenti in cui sono diventati (alcuni) anche un business milionario. Molti blogger famosi hanno sfruttato la visibilità raggiunta per creare un loro brand e spesso hanno fatto del blog una notevole fonte di reddito. Ma i casi sono relativamente pochi in tutto il mondo.
Quello che è comune a tutti i blogger è l’impegno richiesto per creare contenuti interessanti e aggiornare con frequenza regolare. Un buon blog richiede fatica, ed è anche giusto che sia così, perché i contenuti sono importanti. Ma non siamo poi molti a pensarlo ancora.
La crisi del blog nasce dal fatto che, a fronte del lavoro che serve per mantenerlo, sempre meno utenti del web hanno voglia di leggere. O meglio, preferiscono leggere la stessa notizia o informazione condensata in poche righe su Twitter, su Facebook e comunque proposta tramite i Social Network. Già, sono proprio loro i “colpevoli”, la forma di comunicazione dei nostri tempi, facile e veloce.
Ma i social network sono un semplice mezzo di comunicazione e l’uso che se ne fa dipende pur sempre dall’essere umano. C’è una persona dietro ad un post ed è normale che ci siano persone che ci piacciono ed altre che non ci piacciono, persone che usano i Social in un modo che condividiamo altre che troviamo detestabili.
A me piace pensare che ciascun essere umano è un mondo a parte e che dovrebbe poter fare ciò che vuole nel rispetto del prossimo (e quindi anche della natura e degli animali!). Perciò mi auguro che anche il web continui ad offrire prodotti e mezzi di ogni genere affinché ciascuno di noi possa scegliere quello che preferisce, e anche i contenuti che preferisce.
Un post di Twitter, o anche di Facebook, può essere alternativo o complementare al post di un blog. L’importante è poter scegliere.
Io amo approfondire, se un argomento mi interessa vorrei sempre saperne di più, e sono slow in tutto quello che penso e faccio. Al tempo stesso ci sono giorni in cui non ho tempo o non ho voglia di approfondire e magari mi fermo al titolo di un articolo di giornale, mi accontento di poche righe da Twitter, mi basta qualche foto per farmi un’idea di cosa stia succedendo nel mondo.
Ma non voglio annoiarvi con superficiali dissertazioni filosofiche 😉 tranquilli.
Voglio solo dire che se, dopo averci pensato un bel po’, ho deciso di creare un blog anche in questi tempi veloci e superficiali è perché ci credo e penso che i Social Network possano interagire con esso potenziandosi a vicenda. Mi piace pensare che la comunicazione del futuro sia quella in cui c’è tutto, a cominciare dalla carta stampata e dai libri “veri”!
E veniamo a noi, alla Versione di Pippi.
Il mio progetto, senz’altro ambizioso ma a cui tengo molto, è quello di essere di aiuto per creare una comunità di persone che condividono l’amore e l’interesse per i cani, e non solo naturalmente. Non ho certo in mente un blog diario in cui annoiarvi con il racconto delle mie giornate in compagnia dei cani! Magari qualche giornata speciale ve la racconterò 🙂 ma solo se per qualche motivo può essere di interesse anche per gli altri.
Mi piacerebbe che questo blog diventasse un punto di incontro tra appassionati di cani e tra loro e gli addetti ai lavori. Un luogo condiviso sia nella realizzazione che nella fruizione. Un blog scritto a più mani e letto da persone che amano interagire con gli autori, commentando e chiedendo informazioni. Un bel posto dove ognuno ci metta del suo.
E’ molto, lo so. Ma non è una bella idea?
Fatemi sapere cosa ne pensate… Potete commentare in fondo alla pagina 😉