Andy Warhol è uno degli artisti che più ha fatto parlare di sé. Anche chi non lo conosce ha in mente qualcuna delle sue opere, almeno la sua Marylin declinata nei tanti colori della Pop Art, la corrente artistica di cui è uno dei massimi esponenti.
Ma se ne parlo in questo blog è perché anche lui aveva scelto di condividere la propria vita con un animale da compagnia. Particolarmente noto il bassotto Archie, una sorta di alter ego per l’artista che lo consultava spesso nelle interviste, specie quando non amava le domande che gli venivano rivolte. Erano inseparabili.
25 gatti di nome Sam
La decisione di prendere questo primo cane fu presa da Warhol per accontentare il suo compagno Jed, anche se va detto che il suo animale per eccellenza era il gatto. A dimostrazione di ciò va ricordato il suo straordinario omaggio artistico “25 cats named Sam and one blue Pussy”, 25 ritratti di gatti in serie limitata, allestiti in forma di libro, una parte dei molti disegni che fece tra il 1954 e il 1956. Sono tutti gatti rossi tranne uno blu. Diversamente dai suo ritratti di personaggi famosi in forma di icona ripetuta, i suoi gatti sono tutti diversi, nella posizione, nelle espressioni, nelle variazioni di colore, un’affascinante visione della complessità di un animale tanto speciale.
i bassotti Archie e Amos
Ma torniamo ai cani, protagonisti della “versione di Pippi” della vita 😉
Ebbene, dopo una vita trascorsa con i gatti, Warhol divenne un essere unico con il suo bassotto Archie, come testimoniato in molti scatti d’autore. Dopo di lui, Andy e Jed decisero di prendere un altro bassotto, Amos. Avendo un carattere diverso, meno “mondano”, Amos era più adatto alla vita casalinga e anche lui si rivelò un compagno di vita fondamentale negli ultimi anni di vita dell’artista che morì nel 1987 a soli cinquantotto anni.
Io ho la malattia sociale. Devo andare fuori tutte le sere. Se sto a casa una notte, comincio a parlare coi miei cani. Una volta sono stato a casa per una settimana e i miei cani hanno avuto un collasso nervoso.
Naturalmente i suoi bassotti sono rimasti non solo nelle foto ma nelle opere di Warhol.
gli altri cani
Nel 1976 il collezionista d’arte Peter Brant commissionò a Warhol due ritratti del suo Cocker Spaniel Ginger. Le opere furono talmente apprezzate dal collezionista, che suggerì all’artista di creare una serie di ritratti di cani e di gatti che fu esposta in due mostre a Londra e a New York.
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