Il Parlamento Europeo dice basta al commercio illegale di animali da compagnia
Approvata a febbraio 2020 una risoluzione dell’Europarlamento che, pur a tema commerciale, ha una grande portata culturale in tema di diritti degli animali perché considera le loro esigenze in quanto “esseri senzienti”. Per proteggere il benessere degli animali, i proprietari di cani e gatti e la salute pubblica – si legge nel comunicato ufficiale -, il Parlamento Europeo chiede un piano d’azione agli Stati membri per porre fine al commercio illegale di animali da compagnia.
In particolare i deputati chiedono:
– un sistema comunitario obbligatorio per la registrazione di cani e gatti;
– sanzioni più severe per il commercio illegale;
– di favorire l’adozione rispetto all’acquisto degli animali domestici.
Come si legge ancora nel comunicato, si stima che ogni mese vengano scambiati tra i paesi dell’UE circa 46.000 cani, la maggior parte dei quali non è registrata.
Il testo evidenzia chiaramente come il commercio illegale di animali da compagnia sia causa di sofferenze per gli animali, di diffusione di malattie, oltre a generare introiti elevati per la criminalità organizzata internazionale.
La “Risoluzione del Parlamento europeo del 12 febbraio 2020 sulla protezione del mercato interno e dei diritti dei consumatori dell’Unione europea dalle ripercussioni negative del commercio illegale di animali da compagnia” è stata approvata quasi all’unanimità.
Degna di nota anche l’attenzione agli annunci di vendita di animali, la maggior parte dei quali provengono da fonti illegali: si sta valutando infatti una regolamentazione severa.
Il microchip è obbligatorio
Tornando alla risoluzione, l’occasione è utile per ricordare l’importanza del microchip negli animali da compagnia sia per loro stessi, sia nella lotta all’abbandono e al randagismo.
Innanzi tutto, la microchippatura dei cani e l’iscrizione nella relativa anagrafe sono un obbligo di legge, e speriamo che – come previsto nella risoluzione – presto questo possa riguardare anche i gatti. Rendere identificabile un animale da compagnia non solo ci consente di ritrovarlo, in caso di scomparsa o furto, e reclamarlo, ma è un gesto di responsabilità. Gli animali non sono oggetti e chi sceglie di vivere con uno o più di loro deve essere consapevole di ciò che questo comporta da ogni punto di vista. Non è più accettabile, e ancora succede regolarmente, vedere cani reclusi in ricoveri di fortuna, sperduti nelle campagne, lasciati a se stessi, magari con un tozzo di pane secco una volta ogni tanto e acqua putrida. Basta fare una passeggiata nelle nostre splendide campagne per constatare questa piaga difronte alla quale la maggior parte delle persone si volta dall’altra parte. E, cosa ancora più grave, la maggior parte delle autorità finge di non sapere.
Il problema è complesso ma si potrebbe cominciare da una cosa: la verifica del microchip. Tutti questi animali infatti non lo hanno, e i loro aguzzini sono fuori legge. Per quanto sembri impossibile, c’è anche, ancora, molta ignoranza: ci sono persone che hanno animali da compagnia e li tengono bene ma non sanno che il microchip è obbligatorio.
Allora, vale la pena ricordare ciò che il Ministero della Salute ricorda spesso nelle sue campagne di sensibilizzazione per il benessere degli animali e contro il randagismo.
• Dotazione alla Polizia locale di almeno un dispositivo di lettura di microchip iso-compatibile.
• Identificazione e contestuale registrazione dei cani in anagrafe canina e verifica della presenza del microchip.
• Verifica della presenza dell’identificativo elettronico (microchip).
• Informazione al proprietario o detentore degli obblighi di legge in caso di assenza o illeggibilità del codice identificativo.
• Identificazione degli animali mediante applicazione di microchip e contestuale registrazione in anagrafe canina regionale se abilitato ad accedervi.
• Obbligo di far identificare con microchip e iscrivere il proprio cane nell’anagrafe entro il secondo mese di vita, e contestualmente deve richiedere il rilascio del certificato di iscrizione in anagrafe, che costituisce il documento di identità dell’animale.
IMPORTANTE
L’ANAGRAFE DEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE
È il registro nazionale dei cani, gatti e furetti identificati con microchip in Italia, una banca dati, alimentata dalle singole anagrafi territoriali, che intende fornire on line i riferimenti utili per rintracciare il luogo di registrazione degli animali e il loro legittimo proprietario, nel rispetto della tutela della privacy del cittadino. Realizzata dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le amministrazioni regionali, garantisce la certezza dell’identificazione, rappresenta un efficace strumento di dissuasione dagli abbandoni, favorisce studi e interventi per la prevenzione e cura delle malattie degli animali. La consultazione della banca dati è libera.
Mentre per i cani il microchip e l’iscrizione in anagrafe sono obbligatori, nel caso di gatti, furetti e conigli è possibile già oggi, su base volontaria, iscriverli nelle anagrafi regionali, riversate nell’Anagrafe degli Animali d’Affezione.