Con l’arrivo dell’estate torna di attualità la questione dei cani in in spiaggia. Stiamo imparando a portarli con noi in vacanza anche grazie al fatto che sono sempre più numerose le strutture ricettive che li accettano. Ma, in spiaggia, possiamo portarli?
Va premesso che, nei periodi e nelle ore più calde dell’anno, la spiaggia non è certo l’ambiente ideale per un cane. Non possiamo pensare di esporli al sole come facciamo per noi stessi.
Come ricorda il Ministero della Salute nell’opuscolo “Animali d’affezione, il caldo e la salute”, «è importante sapere che cani, gatti, piccoli animali d’affezione e uccelli non sudano e la loro termoregolazione avviene mediante un sistema di “raffreddamento ad aria” che consiste nel ventilare con piccoli e frequenti atti respiratori in modo da far passare velocemente l’aria sulle superfici umide del cavo orale e determinare così la dispersione del calore. Sono più predisposti al colpo di calore/di sole i cuccioli, gli animali anziani, le razze brachicefale (es. bulldog, gatti persiani ecc), gli animali obesi e quelli affetti da malattie cardiocircolatorie e dell’apparato respiratorio».
Come e più di noi i cani sono soggetti al colpo di calore e al colpo di sole, specialmente quando al caldo eccessivo è associato un alto tasso di umidità.
Tornando alla spiaggia, con i cani dovremmo avere le stesse accortezze che abbiamo con i bambini e gli anziani. Evitare il più possibile i periodi più caldi dell’estate, le ore più calde e l’esposizione diretta al sole. Preferire la mattina e la sera, le giornate ventilate, ed assicurarsi di avere sempre ombra e acqua.
Dunque per portarli con noi anche in spiaggia dobbiamo assicurarci che sussistano tutte le condizioni per il loro benessere, altrimenti è decisamente preferibile lasciarli a casa, in albergo o magari con un dog-sitter.
Fatta questa necessaria premessa, cerchiamo di capire se, dove e quali condizioni i cani sono ammessi in spiaggia.
Ma cosa dice la legge?
In Italia, quando si parla di legge, va detto, regna la confusione. Leggi vaghe, sentenze su sentenze che si contraddicono tra loro, ordinanze discutibili. Ma c’è un dato di fatto incontestabile, che tra l’altro è stato ribadito dalla sentenza del Tar del Lazio n. 201509302/2015: “la scelta di vietare l’ingresso agli animali – e, conseguentemente, ai loro padroni o detentori – sulle spiagge destinate alla libera balneazione, risulta irragionevole ed illogica, oltre che irrazionale e sproporzionata”. Se le spiagge sono libere, sono tali anche per gli animali da compagnia, mare compreso.
I Comuni possono emettere ordinanze restrittive ma sempre rispettando “il principio di proporzionalità” valutando attentamente benefici e disagi dei cittadini. Pertanto non sono ammissibili, come nel caso della sentenza del Tar del Lazio (che risponde al ricorso presentato da una associazione per la decisione del Comune di Anzio di vietare l’accesso ai cani a tutte le spiagge di sua pertinenza), ordinanze generalizzate e non supportate da congrue motivazioni.
Anche il Tar di Reggio Calabria si è espresso in merito con la sentenza n. 2254/2014: in caso di ordinanze restrittive “gli enti locali devono individuare tratti di spiaggia libera dove consentire l’accesso ai conduttori di animali con disposizioni idonee a garantire decoro, igiene e pulizia”.
Per le spiagge concesse in gestione a pubblici esercizi le cose sono diverse, ovvero i gestori degli stabilimenti possono chiedere alle amministrazioni restrizioni in merito all’accesso ai cani.
Ma c’è un altro dato di fatto incontestabile: la zona di battigia è demanio marittimo e quindi di pertinenza della Capitaneria di Porto e del Comune. Uno stabilimento potrebbe essere vietato ai cani ma se il Comune non ha emesso un’ordinanza restrittiva su quella stessa spiaggia, il conduttore e il suo animale da compagnia possono comunque transitare o sostare sulla battigia. Sempre più difficile.
Per complicare ulteriormente il tutto, anche le Regioni possono emettere ordinanze restrittive: ad esempio l’Emilia Romagna, al contrario di quanto detto finora (e in contraddizione con la sentenza del Tar del Lazio sopra citata), nel 2015 ha vietato l’ingresso ai cani su tutte le sue spiagge ma concede ai concessionari demaniali di individuare aree accessibili.
Inoltre, anche la possibilità di lasciar fare il bagno in mare, o al lago, ai cani è regolamentata.
Sembra che attualmente siano qualcosa come 6.000 le ordinanze comunali, regionali e delle capitanerie di porto che regolano accessi e divieti.
Insomma, inutile appellarsi alla legge quando possono esserci così tante varianti. Se non vogliamo trovarci in situazioni spiacevoli e magari anche essere multati, non resta che informarsi caso per caso.
L’ideale sarebbe contattare direttamente le amministrazioni comunali per informarsi e anche per far capire che sono cittadini anche coloro che hanno un animale da compagnia e che come gli altri hanno il diritto di vivere serenamente, senza divieti “irragionevoli e illogici, né irrazionali e sproporzionati”.
Gli stabilimenti dog friendly
Le spiagge appositamente attrezzate sono senz’altro una buona soluzione, sia per il benessere dell’animale sia per noi stessi che non dobbiamo scontrarci anche con chi i cani non li sopporta.
In Italia sono stati pionieri lo stabilimento Bagni Bau Bau Village di Albissola Marina, in Liguria, e la Baubeach di Maccarese, sul litorale nord di Roma. Nel 1997 il primo e l’anno successivo il secondo hanno richiesto e ottenuto il permesso di ospitare animali domestici, seppur con regole rigide e in strutture adeguate.
Oggi la regione più attrezzata in tal senso è l’Emilia-Romagna dove spicca il Rimini Dog Beach Bagno 81 no problem. Da notare che qui è anche possibile far fare il bagno in mare al cane negli orari fino alle 9 di mattina e la sera dopo le 18,30. Ideata dieci anni fa con la collaborazione di un comportamentalista cinofilo e vincitrice del riconoscimento “accoglienza 4 zampe top” questo stabilimento è veramente l’ideale per portare i cani in spiaggia. Dotato di appositi recinti, aree gioco e di sgambamento, docce, nebulizzatore e asciugatore apposta per loro. L’animazione? Corsi gratuiti di educazione cinofila condotti da istruttori qualificati.