Articolo di Spyke
Ciao Pippi, bellissimo il tuo “blog blog”, io mi chiamo Spike. Uno dei miei tre compagni a due zampe, quello più alto senza peli in testa e con una fitta peluria sul mento, credo che da giovane dovrebbe essere stato uno spinone, dice che sono di pura razza bastarda. Sono certo che non lo dica con disprezzo, perché ogni volta che mi vede mi fissa con quegli occhioni celesti e poi mi strapazza di carezze, scomponendo tutta la mia lunga pelliccia. Certo lui non può sapere quanto tempo ci vuole per allisciarla a dovere, o se lo sapeva con gli anni se l’è dimenticato.
In verità la mia mamma aveva lontani parenti che provenivano dallo Yorkshire, un’antica contea dell’Inghilterra, sai di sangue blu, così amava raccontarmi in quei pochi giorni che siamo stati insieme. Diceva che mio padre, invece, mbè, lui era un viaggiatore, sai uno di quei tipi che amano stare un giorno qua e un giorno là. Sembra sia stata una storia d’amore, breve, ma intensa, da farti addrizzare i peli sulla schiena.
Certo i signori che ospitavano mia madre non la presero molto bene e così mio padre fu costretto ad allontanarsi, come diciamo noi, con la coda tra le gambe. «Pussa via brutto cagnaccio!» gli gridarono dietro mentre lui correva veloce per evitare il grosso sasso che gli era stato tirato. «Addio pedigree di Sissi». Sissi era mia madre, il pedigree… ee, boh, non lo so che cosa sia, forse qualcosa che stava sotto la coda.
Io sono nato il 6 novembre del 2009. Mia madre per non farsi vedere da nessuno mentre ci metteva al mondo, per paura che ci sopprimessero, si nascose in un fienile, tutto sommato lì era anche caldo e asciutto, la paglia gli faceva da cuscino, certo non era comodo come quello che aveva nel lettino in villa, ma in quel momento era quanto di meglio aveva potuto trovare.
Così in silenzio e non senza sofferenze mise al mondo me, un fratellino e anche una sorellina, tutti l’uno diverso dall’altro. Credo che mio padre avesse viaggiato molto! Sissi, ci pulì ben bene con la sua linguettina, un po’ ruvida a dire il vero, ma era una linguetta che tagliava e cuciva, insomma si fa per dire.
Quando il signore che cacciò mio padre ci scoprì, tutti noi ci prendemmo una gran paura, urla, improperi, accidenti, nominò anche un Dio che doveva esserci parente. Eravamo piccolini, ma tutti e tre noi fratelli corremmo via, insomma corremmo è una parolona, ruzzolammo e capitombolammo sotto delle vecchie tavole.
«E’ inutile che sgaignolate, tanto vi ammazzo!» disse arrabbiatissimo il vecchio signore. “Sgaignolate?” io non sgaignolavo al massimo gridavo, forse era andato a scuola anche lui nello Yorkshire e magari aveva preso anche lui il pedigree.
Insomma, fortunatamente il giorno seguente il mio amico a due zampe, che si chiama Giannantonio, arrivò da noi, chiamato da un suo cugino, era insieme ad un esserino più piccolo, Simone, lui sì che aveva una folta chioma, credo che siamo parenti, un po’ ci assomigliavamo, e poi disse che anche lui era nato il sei novembre, proprio come me. Oh, e questo non mi prese per il collo, con le sue manine piccole, e tirava, tirava, guarda tu che ora mi strappa qualche pelo…
Dopo qualche attimo di esitazione mi lasciai andare, ma sì il suo odore era buonissimo, sapeva di carne e zucchero a velo, quasi quasi gli do’ una leccatina, chissà come la prende… La prese bene, iniziò a ridere, ridere, ed io a scodinzolare, scodinzolare, non avevo mai avuto quella sensazione, ridere e scodinzolare, ridere e scodinzolare, scodinzolare e ridere, alla fine ci facemmo tutti e due la pipì addosso. Che vergogna, ma poi chi se ne frega era una sensazione bellissima.
Così quelli che oggi sono i miei compagni di vita mi misero in una scatola di cartone, certo potevano scegliere un trasportino o qualcosa di più comodo, ma non credo che ne avessero uno: come dice lo spinone “qui mica ci sono i beni al sole”. Comunque dalle fessure che avevano fatto sulla scatola riuscivo a vedere tutto e tutti e il mio compagnetto, quello piccolo e peloso mi tenne per mano per tutto il viaggio.
Oggi sono felice, vivo in casa con i miei tre amici, la femmina si chiama Franca e fa dei manicaretti meravigliosi, l’unica cosa che non ho capito è che questo cibo buonissimo è “vegano” boh, speriamo che non mi faccia male.
Ho saputo che anche mio fratello e mia sorella hanno una casa. Certo mio fratello è stato un po’ meno fortunato lui vive in un recinto, è un cercatore di tartufi, ha naso lui. Mia sorella invece vive in campagna, aria buona, cibo genuino, ogni tanto qualche volpe che cerca di fare la furba. Ma rispetto a quello che ci sarebbe aspettato siamo stati favoriti dalla sorte.
Bene Pippi ora ti saluto, sono molto felice di averti raccontato la mia storia, se vuoi possiamo risentirci così ti faccio fare quattro risate raccontandoti che canizza fa lo spinone, poi quando deciderò di diventare come mio padre e farò il viaggiatore ti passerò a trovare. A proposito, tu ce l’hai il pedigree?